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martedì 4 agosto 2020

L’impianto di compostaggio di Battipaglia non s’ha da fare


Tutti conosciamo la risposta del ministro dell’ambiente Sergio Costa all’interrogazione parlamentare riguardante l’impianto di compostaggio presso lo Stir di Battipaglia. Tradotto in parole semplici, non importano le dichiarazioni del presidente dell’ATO Coscia e del vicesindaco Cappelli sul fatto che l’ampliamento non si farà: essendo scritto nero su bianco, l’impianto è una necessità ineluttabile. Il ministro dimostra così di non essere un vero campano perché qui le cose non funzionano in questo modo. Qui non solo le parole, ma anche gli scritti volano!

Nero su bianco non significa niente e posso dimostrarlo!

Rimanendo nel settore dei rifiuti campani mi limito ad alcuni esempi:

  • il Protocollo d’Intesa del 2002 tra la Regione Campania e il Comune di Battipaglia, grazie al quale i Battipagliesi, come si dice nel Cilento, “hanno fatto sonni a quattro cuscini” è stato rinnegato e dimenticato dalla Regione;
  • il termovalorizzatore di S. Maria La Fossa, la cui costruzione era prevista nel 2003, con progetto esecutivo approvato dal Commissario Straordinario di Governo-Committente FISIA Italimpianti s.p.a. – Gruppo Impregilo, è stato soppresso nel 2012 (cfr. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 gennaio 2012, n. 2, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale D.L. 2/2012 – A.C. 4999-A), con la massima soddisfazione della popolazione interessata;
  • l’impianto di termodistruzione o di gassificazione nel territorio del comune di Salerno era previsto già nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3639 del 11 gennaio 2008, per cui veniva istituita apposita contabilità speciale intestata al commissario delegato, autorizzando il trasferimento di euro 10 milioni a valere sul Fondo della protezione civile (Ordinanza n. 3641 del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 gennaio 2008 – Disposizioni urgenti per fronteggiare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per consentire il passaggio alla gestione ordinaria); l’appalto indetto dalla Provincia di Salerno fu aggiudicato nel giugno del 2011 dalla ditta Daneco Impianti srl in Ati con Acmar Scpa e Rcm Costruzioni srl, per la costruzione in località “Cupa Siglia”, di un termovalorizzatore con una potenza elettrica lorda di 37 MW capace di smaltire circa 300 mila tonnellate all’anno; ma il Consiglio provinciale archivia una volta per tutte l’annoso progetto nel dicembre del 2017, nonostante il dispendio dei fondi pubblici (oltre due milioni di euro solo per le procedure espropriative);
  • gli impianti di Santa Maria Capua Vetere, Pianodardine e Rocca d’Evandro vengono soppressi dopo che le amministrazioni locali hanno manifestato il proprio dissenso alla realizzazione degli impianti di compostaggio all’interno degli STIR (Delibera della Giunta Regionale n. 424 del 03/07/2018Riprogrammazione interventi di cui alla DGR N. 494/2016”).

Allora non è poi tanto strano chiedere alla Regione, alla Provincia, all’Ato, al Comune che anche l’impianto di compostaggio previsto presso lo STIR di Battipaglia venga soppresso!

Qualcuno dirà: ma è un progetto di lunga data! Talmente lunga che ancora non si è riusciti a realizzarlo in quanto il progetto è nato male e destinato a finire peggio.

In sintesi l’impianto di compostaggio presso lo STIR di Battipaglia è stato:

– introdotto, permanendo una situazione di elevata criticità, la prima volta dal D. L. 26 novembre 2010, n. 196, art. 1 comma 4, che recita testualmente: “Dopo il comma 1 dell’articolo 6-ter del citato decreto-legge n. 90 del 2008, è inserito il seguente: “1-bis. Presso gli impianti di cui al comma 1 è autorizzata la realizzazione di impianti di digestione anaerobica della frazione organica derivante dai rifiuti” (in pratica si autorizzano gli impianti di compostaggio presso gli ex STIR);

– ipotizzato nel PRGRU del 2011 (BURC n. 80 del 27 Dicembre 2011) “Per superare la situazione di emergenza e per assicurare un’adeguata capacità complessiva di smaltimento dei rifiuti prodotti in Campania, per gli impianti di termovalorizzazione è prevista la possibilità di concedere, su motivata richiesta, finanziamenti e incentivi pubblici di competenza statale; (art. 6) possibilità di conversione degli impianti di selezione e trattamento di Caivano (NA), Tufino (NA), Giugliano (NA), Santa Maria Capua Vetere (CE), Avellino – località Pianodardine, Battipaglia (SA) e Casalduni (BN), in impianti per il compostaggio di qualità e per le attività connesse alla raccolta differenziata ed al recupero, per la trasferenza dei rifiuti urbani”;

– inserito a p. 89 nella tabella degli impianti ritenuti necessari del “Piano Industriale per la gestione dei rifiuti urbani della provincia di Salerno – Anni 2010-2013” redatto da EcoAmbiente;

– inserito tra gli interventi programmati per la realizzazione all’interno degli STIR di impianti di trattamento della frazione organica proveniente da raccolta differenziata, finanziati con fondi POR FESR 2014/2020 con D.G.R. n. 494 del 13/09/2016, aggiornata con D.G.R. n. 424 del 03/07/2018 anche a seguito dell’adesione di EcoAmbiente all’Avviso pubblicato dalla Regione Campania in data 12 maggio 2016 (volto ad acquisire, da parte delle Amministrazioni comunali, le manifestazioni di interesse alla localizzazione sui propri territori di impianti di valorizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani da raccolta differenziata);

nel PRGRU del 2016, pag. 184, l’impianto presso lo Stir di Battipaglia, insieme a quelli di S. Tammaro (CE) e di Giffoni Valle Piana, risulta addirittura in corso di realizzazione; in fondo la Società EcoAmbiente di Salernoaveva già provveduto a dotarsi, con D.D. della UOD 52 05 18 n.190 dell’11/08/2015, dell’autorizzazione al riesame con valenza di rinnovo e modifiche sostanziali dell’A.I.A, ivi compresa l’attività di trattamento della frazione organica tramite compostaggio per un quantitativo annuo pari a 35.880 tonnellate!

Seguono azioni serrate volte alla realizzazione dell’impianto di compostaggio presso lo Stir di Battipaglia:

28 marzo 2017: accordo tra EcoAmbiente, la provincia di Salerno e la regione Campania per la realizzazione del famigerato impianto (senza che venga interpellato il comune di Battipaglia);

16/05/2017: approvato dalla Regione Campania, con Decreto Dirigenziale n. 1 del 16/05/2017, il progetto esecutivo dell’impianto di compostaggio redatto da EcoAmbiente al costo complessivo di € 9.689.434,7 di cui € 7.474.652,62 per lavori e € 2.214.782,12 per somme a disposizione;

21/06/2017: indetta con D.D. n. 114 la gara per l’affidamento dei lavori, aggiudicata alla Soc. Monsud s.p.a con sede in Avellino alla via Pianodardine snc – Zona Ind.le -83100- P.i.v.a 00296690647 per un importo contrattuale di € 5.766.276,70 (cfr. (GU 5a Serie Speciale – Contratti Pubblici n.18 del 12-2-2018); ma non si può sottoscrivere il contratto per la presenza di quantitativi di sovvalli presenti nel capannone oggetto dell’intervento (11.000 t.)!

08/08/2018: approvato con DGR n. 541 il Piano d’intervento riguardante l’affidamento del servizio di recupero e/o smaltimento e relativo trasporto in ambito nazionale delle diverse tipologie di frazione umida prodotta presso gli S.T.I.R. di Tufino e Battipaglia;

5/10/2018: con D.D. n. 28 si dà avvio alla gara per l’appalto del servizio di rimozione rifiuti stoccati all’interno dello STIR di Battipaglia e Tufino (NA), aggiudicata, con esclusione dello Stir di Battipaglia, alle ditte Ad Logistica di Battipaglia ed Enki di Milano;

25/01/2019: va deserta anche la seconda maxi-gara europea indetta dalla giunta regionale per svuotare i capannoni dell’ex STIR di Battipaglia;

7/04/2020: siglato un nuovo accordo tra Regione, Provincia ed EcoAmbiente per rimuovere le ecoballe;

04/06/2020: conDecreto Dirigenziale n. 13 si indice un’ennesima gara per svuotare lo STIR delle 11.000 tonnellate di rifiuti, questa volta elevando il prezzo a € 220,00/t. (dai 167/t. della prima gara) per una cifra totale di € 2.443.144,66, a cui rispondono 2 ditte;

06/07/2020: con decreto n. 147 viene nominata la Commissione giudicatrice di gara e a giorni dovremmo quindi conoscere quale sarà la ditta aggiudicataria dell’appalto.

A far prendere fiato ai battipagliesi, sono state dunque le tonnellate di rifiuti accumulate nell’ex STIR.

In tutto questo iter il comune di Battipaglia non è stato mai interpellato né coinvolto in alcun modo la popolazione è stata mai ascoltata, nonostante le proteste.

In parole semplici le autorità preposte hanno reiterato comportamenti autorizzati ai commissari nel periodo dell’emergenza, ma assolutamente inconcepibili nella fase successiva di normalizzazione,

con l’imposizione di atti d’imperio e l’assoluto sprezzo della volontà e dei diritti dell’ente locale e della popolazione di Battipaglia.

La Regione, la Provincia di Salerno e la società EcoAmbiente non possono continuare a bypassare le regole della democrazia.

La domanda che sorge spontanea è la seguente: “Perché continuare ad imporre un impianto di compostaggio a Battipaglia, quando tanti altri comuni (ben 33) si sono dichiarati disponibili ad ospitarne uno sul proprio territorio?

Come mai, viste l’urgenza e la necessità, non si cerca di portare a termine queitre impianti pubblici da anni ormai in attesa di completamento (Giffoni, San Tammaro e Molinara)? Si tratta di un’impresa molto più semplice (e meno costosa) rispetto alla costruzione ex novo di altri impianti.

Perché creare megaimpianti di grosso impatto ambientale e non optare per piccoli impianti di prossimità?

Altri interrogativi si affacciano prepotentemente.

Dal Report sul “Monitoraggio dell’attuazione del piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani della Campania” (cfr. pag.30, 57 ss), elaborato nel dicembre 2019, emerge chiaramente che, allo stato attuale, la capacità degli impianti disponibile in Campania attiene a quella dei tre impianti pubblici di trattamento della frazione organica, in esercizio rispettivamente a Eboli (20.000 tonnellate all’anno), Salerno (30.000) e Teora (6.000), per una capacità complessiva di circa 56.000 tonnellate all’anno. A questi impianti va aggiunta la capacità degli impianti privati, in esercizio a Caivano (33.000 tonnellate annue), a Giugliano (121.000 tonnellate all’anno; tale impianto recentemente ha ampliato la propria capacità di trattamento di 20.000 tonnellate all’anno come da autorizzazione AIA di cui al decreto direttoriale n.167 del 2 agosto 2019), a Villa Literno (18.000 tonnellate annue) e a Solofra (49.600), per una capacità complessiva di circa 221.600 t.

Siamo ben lontani dal fabbisogno di trattamento della frazione organica di almeno 750.000 t./a.

E ancora: è mai possibile che si pensi ad impianti per il compostaggio presso gli ex STIR senza prima effettuare una “valutazione che tenga conto dell’effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione degli stessi”, come previsto dal D.L. 90/2008, all’art. 6, commi 1 e 2?

In ogni caso sono note le condizioni in cui si trova lo STIR di Battipaglia, sia per le mancate manutenzioni ordinarie e straordinarie, sia per i cumuli di balle di rifiuti che si vanno aggiungendo a quelle della prima storica emergenza rifiuti, sia per i liquami che questi, in disfacimento negli anni, rilasciano, inquinando il terreno.

Invece di compiere scelte semplici e di buon senso, si è preferito inoltre far viaggiare i rifiuti derivati dalla frazione organica da una parte all’altra della Campania e dell’Italia, con tutte le conseguenze del caso:

  • elefantiasi, da tutti i punti di vista, delle imprese di trasporto e commercio dei rifiuti organici campani;
  • permeabilità di queste, appetibili per il business garantito, all’ecomafia;
  • incremento incontrollato di depositi di rifiuti abusivi e non;
  • dipendenza delle amministrazioni comunali, delle società provinciali e della stessa Regione ai diktat delle imprese appaltatrici del trasporto rifiuti;
  • aumento vertiginoso dei costi di trasporto e smaltimento rifiuti.

Si tratta di una scelta apparentemente risolutiva ma in realtà tortuosa e dall’effetto boomerang: circa 500.000 sono le tonnellate di rifiuti campani che devono essere trasportate in altre regioni o all’estero, ma di queste solo 88.334 tonnellate vengono avviate fuori regione direttamente dai Comuni campani, principalmente verso il Veneto (in provincia di Padova) e in gran parte dal solo comune di Napoli con circa 69.000 tonnellate; tutto il resto, cioè circa l’86,7% dei rifiuti raccolti, viene avviato in impianti di gestione dei rifiuti campani per poi essere in buona parte trasferito fuori regione.

Che senso ha tutto questo?

Battipaglia non può e non vuole più sottostare a scelte demenziali di questo o di tipo analogo, come le autorizzazioni date a profusione agli impianti privati che trattano rifiuti di ogni genere e che hanno trasformato la nostra città nella città della monnezza.

Ma questo è un altro tragico capitolo di cui tratteremo a breve…

Angelo Minelli

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