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giovedì 28 maggio 2020

Ecco spiegato in venti righi perché nei paradisi fiscali si pagano meno tasse


In Europa ci sono il Paese X e il Paese Y:
X è un paese con 60 milioni di abitanti e Y ne ha soltanto 17.
Se il paese X mette le tasse al 20% attrae grandi multinazionali che spostano il loro domicilio fiscale nel paese X per pagare meno tasse. Sfortunatamente, nonostante l'arrivo delle multinazionali, il Paese X non incasserà abbastanza da poter garantire, tra l'altro, anche un adeguato stato sociale per tutti i suoi 60 milioni di abitanti.
Se il paese Y mette le tasse al 20%, avendo meno abitanti, pur con i ridotti introiti, riuscirà a garantire un adeguato stato sociale per tutti i suoi abitanti e non solo.
In questo esempio la realtà è stata semplificata moltissimo, ma funziona proprio così! Non è un caso che tutti i paradisi fiscali siano piccoli o piccolissimi Paesi.
Un grande Paese con tanti milioni di abitanti, se vuole garantire alla popolazione una minima qualità di vita, non potrà mai essere un paradiso fiscale.
Un grande paese liberista potrebbe però dire: «Diventando un paradiso fiscale è possibile far aumentare gli investimenti produttivi che creano lavoro, aumentano i consumi e fanno girare l'economia. Anche se in questo modo aumenterà il divario tra ricchi e poveri, il PIL nel complesso crescerà e le casse dello Stato avranno più entrate».
Pur non considerando l'aumento del divario tra ricchi e poveri come un problema, ce ne sono almeno altri due colossali da prendere in considerazione: in primis non è detto che un capitalista decida di usare i suoi soldi in più, ottenuti pagando meno tasse, per fare investimenti produttivi (può anche decidere di fare speculazione); un secondo più grave problema riguarda il fatto che la produzione e il consumo di beni hanno già superato il limite della sostenibilità ambientale. L'Earth Overshoot Day, un parametro che indica il giorno nel quale l'umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell'intero anno, risulta anticipato di anno in anno. Ciò vuol dire che anche solo per mantenere l'attuale consumo di beni si stanno intaccando le risorse naturali accumulate nel passato. Arrivati a questo punto della storia dell'umanità, continuare a fare investimenti produttivi, che quindi aumentano produzione e consumo di beni, è letteralmente "caldamente" sconsigliabile, se si pensa anche solo al surriscaldamento globale.
Ecco spiegato in poche parole perché, partendo dagli squilibri macroeconomici generati dall'esistenza dai paradisi fiscali, l'attuale modello economico non è sostenibile e andrebbe cambiato.

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