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mercoledì 8 gennaio 2020

Solidarietà a Nicoletta, Giorgio, Mattia e Turi

Lettera aperta agli attivisti NoTav condannati


Cara compagna e cari compagni, per chi come voi si oppone al Tav dura è la condanna e ferma la sua esecuzione perché la colpa di cui vi siete macchiati è la più grande della storia presente: ostacolare il progresso, che almeno oggi non è più il lineare procedere verso il miglioramento di ogni aspetto dell'esistenza umana, ma una corsa disumana verso la perenne espansione economica che avvantaggia pochi a danno di intere popolazioni. A guidare questo progresso è un modello economico che depaupera l'intero pianeta delle sue risorse e trasforma le masse in consumatori ubbidienti, sempre affamati di bisogni fittizi e mai sazi di nulla. Ne è massima espressione il Tav: un'opera tanto distruttiva quanto inutile, manifestazione di una volontà particolare che nella sua egoistica visione non tiene in alcun conto i reali bisogni delle moltitudini.
La giustizia fa il suo corso e poco conta che la vostra lotta sia stata condivisa, almeno a parole, da molti parlamentari di spicco, che adesso, mollata la presa, continuano a godere dei loro privilegi disinteressandosi della sorte di chi non ha ceduto.
La vostra lotta appare più che mai disperata ed il prezzo da pagare fin troppo alto a fronte dei miseri risultati che sembrano solo rallentare l'inevitabile realizzazione del Tav, ma a farvi forza deve essere la consapevolezza che con la vostra resistenza non state semplicemente contrastando la realizzazione di un'opera di distruzione: state offrendo al mondo una differente visione del progresso umano, scevra dalla malattia del capitalismo, un visione che probabilmente esiste solo a livello embrionale nelle menti di pochi animi sensibili, ma che però nella sua fragilità è già splendida ed abbagliante come un faro in una buia notte tempestosa.
Voi che pagate sulla vostra pelle il prezzo dello scontro tra due visioni del mondo, siete il perno su cui fanno leva i cambiamenti della nostra società avvelenata ed è per questo che non dovete cedere. Ora e sempre resistenza!

Angelo Minelli, radio Vostok Piana del Sele

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