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giovedì 22 giugno 2023

Berlusconi, la memoria dopo il lutto

 

In questi giorni di lutto nazionale siamo stati bombardati dai coccodrilli sulla morte dell'illustre imprenditore e politico Silvio Berlusconi. Impossibilitati a parlarne male, i media non hanno fatto altro che elencare, con un'abbondante dose di sensazionalismo, i suoi successi imprenditoriali e sportivi sorvolando sulla sua effettiva eredità politica, nonostante i quattro incarichi non consecutivi ottenuti come Presidente del Consiglio dal 1994 al 2011.

Questo perché l'operato politico del Cavaliere, purtroppo per noi, impallidisce dinanzi ai suoi successi personali ben più consistenti. È giusto,pertanto, al di là del rispetto dovuto a chi non c’è più, riequilibrare la narrazione parlando di  quello che interessa davvero al popolo italiano, cioè le linee portanti della sua azione politica.
Per cosa sarà ricordato Silvio Berlusconi?
Sicuramente non si potranno dimenticare le leggi così dette ad personam, di cui è stato accusato negli anni dai suoi oppositori, raggruppabili in tre diverse tipologie:

  1. leggi concernenti il conflitto di interessi che gli hanno consentito di mantenere il controllo delle sue società mentre ricopriva la carica di Primo Ministro;
  2. leggi concernenti le modifiche della prescrizione penale con la riduzione dei tempi di prescrizione dei reati contestatigli;
  3. leggi fiscali che hanno favorito gli interessi finanziari di Berlusconi e delle sue imprese, ad esempio attraverso la riduzione delle imposte o l'introduzione di regimi fiscali agevolati.

Per la prima tipologia si riportano le leggi più eclatanti: la legge Gasparri del 2004 e la legge Urbani del 2005 che hanno permesso di concentrare nelle mani del Cavaliere la maggior parte dei mezzi di informazione. Molti ricorderanno anche la legge Alfano del 2009, subito dichiarata incostituzionale, che nelle intenzioni del governo serviva a garantire immunità penale alle principali cariche dello Stato, in un momento di personali turbolenze giudiziarie.

Le leggi sulla prescrizione attengono palesemente alle sue battaglie giudiziarie. Il senso è chiaro: riducendo i tempi di prescrizione dei reati di cui  veniva accusato, Berlusconi avrebbe agevolmente ottenuto l’archiviazione dei procedimenti a suo carico. Tra queste rientra la Riforma Cirielli del 2005, che ha ridotto di un terzo il termine di prescrizione per i reati punibili con una pena massima superiore a 10 anni. Altra legge simile è la ex-Cirielli del 2010, dichiarata parzialmente incostituzionale nel 2019, che ha aumentato i limiti di prescrizione per i reati gravi e complessi come il riciclaggio di denaro, la corruzione e l'associazione a delinquere. L’accusa da parte degli oppositori è di aver voluto creare uno "scudo penale" per l'allora Premier Berlusconi e per altre figure politiche di quegli anni.

Per il terzo gruppo, concernente le  leggi fiscali, si ricordano: - la legge Tremonti-Visco n. 231 del 2002 che ha depenalizzato il reato di falso in bilancio permettendo a Berlusconi di evitare processi riguardanti il suo impero mediatico e altri affari finanziari; - la legge sull'immunità fiscale del 2002 che concedeva un'amnistia fiscale per i contribuenti ricchi che avevano evaso le tasse; - la legge del 2003 riguardante la semplificazione del sistema fiscale, poi rivelatasi un regalo alle imprese e ai ricchi contribuenti, riducendo le imposte per queste categorie a scapito dei contribuenti a basso reddito; - la legge sulle società estere del 2004 che ha incentivato la creazione di società estere per eludere il fisco italiano.

Le leggi ad personam sono solo un aspetto della politica di Berlusconi, a cui si devono aggiungere altre  ciliegine sulla torta, come le varie riduzioni della tassa di successione, la gestione della "compagnia di bandiera" Alitalia, del terremoto dell'Aquila, dell'emergenza rifiuti, i vistosi tagli alla spesa per quanto riguarda università e ricerca, il blocco del turnover per quanto riguarda la pubblica amministrazione, il congelamento degli stipendi nel settore pubblico etc.

Tuttavia Berlusconi verrà ricordato soprattutto nel momento della fine della sua ascesa, quando fu costretto a dimettersi da presidente del Consiglio, lasciando spazio a Monti, non tanto a causa delle "toghe rosse" o dello spreed che stava divorando il paese, ma più probabilmente per la minaccia alle sue imprese quotate in borsa che in poco tempo persero molti punti percentuali.
Ancora una volta il Cavaliere dimostrò di essere ricattabile, questa volta non da un paparazzo spregiudicato ma dai mercati, dagli azionisti delle sue società e dalla finanza di cui egli stesso faceva parte. In questo frangente fu chiaro che un uomo dalle grandi ricchezze è ben più "ricattabile" di un uomo che non ha nulla se non la coscienza pulita. Curioso anche notare che intorno alle sue dimissioni non sono mancate teorie del complotto che in qualche modo arrivarono a toccare tutti gli italiani, speculazioni che un po' ricordano quanto è successo negli USA a Donald Trump una decina d'anni dopo.

In tutto quello che è stato il suo percorso politico, è veramente difficile trovare momenti in cui abbia manifestato la sincera volontà di agire per il bene del Paese. Sembra quindi paradossale che uno dei personaggi più controversi della storia politica italiana sia stato onorato con funerali di stato e con il  lutto nazionale, a meno che non si vada più a fondo della questione: Berlusconi ha creato, oltre a un nuovo modello politico, quel solido sistema di potere, economico e soprattutto mediatico, che ha permesso all'attuale classe dirigente di destra e centro-destra di governare diventando egemone in quasi ogni angolo del paese. Un risultato non da poco per il quale i suoi epigoni sono giustamente riconoscenti.

Con la sua scomparsa non è finita un'era, perché i suoi eredi spirituali oggi governano il Paese secondo le sue linee guida, basti pensare alla volontà di limitare i controlli della Corte dei Conti al PNRR e a quella di cancellare il reato di abuso d'ufficio. Per il resto niente di nuovo sotto il sole: chi più ha più avrà; per tutti gli altri qualche bricioletta, se ci sarà.

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