Pagine

martedì 14 dicembre 2021

Il balletto degli impianti di compostaggio

 

Il governo del territorio è una cosa seria, ma questo non vale in Campania. Dal 2008 ad oggi si sono alternati in maniera schizofrenica innumerevoli rivisitazioni per quanto riguarda la logistica dei soli impianti di compostaggio, per non parlare del problema delle discariche, delle ecoballe e degli altri impianti...

Quello a cui stiamo assistendo da anni è un costante stravolgimento di scelte solennemente messe nero su bianco per poi essere dimenticate o revocate, cosa che porta alla più completa paralisi. Neanche la Camorra avrebbe potuto sperare in una situazione migliore per farla da padrona in un contesto territoriale in cui la presenza delle istituzioni pubbliche è solo formale.

Una cosa è certa: la contraddizione e l’immobilismo sono le note dominanti nel settore rifiuti nella Regione Campania. Il governatore De Luca spavaldamente lo ammette:

A Napoli da decenni non si è mossa una foglia1

De Luca si riferisce all’amministrazione comunale della città capoluogo. Ma la trasposizione è semplice: in Campania da decenni sistematicamente non si è mossa una foglia!
Alla base di tutto possiamo individuare i difetti (o meglio, l’incapacità) di pianificare, programmare, progettare, tenendo conto dei dati pregressi, della situazione ambientale dei siti scelti, della volontà delle amministrazioni e delle popolazioni locali, terrorizzate non dagli impianti in sé, ma dall’assoluta sfiducia nella correttezza e nelle competenze di chi dovrebbe eseguire e di chi dovrebbe controllare le opere. Chi potrà mai controllare lo sperpero di denaro pubblico che si è avuto anche nel post emergenza? Si pensi alla pesante multa europea, all’affidamento della redazione di progetti di impianti di compostaggio mai realizzati, all'appalto degli stessi, con fondi che vengono sistematicamente e massicciamente corrosi strada facendo da continue revoche e cambiamenti di programmi.

Un esempio di come in Campania si proceda a tentoni è dato dalla situazione di Casalduni2.

“Lo Stir di Casalduni versa in uno stato di abbandono incomprensibile, nonostante l’impegno della Regione Campania, che ha stanziato ingenti somme affinché l'impianto sia ripristinato. Nello specifico: un finanziamento per il ripristino della prima linea per la lavorazione del rifiuto indifferenziato pari a 890 mila euro circa (lavori già appaltati ed eseguiti parzialmente e attualmente bloccati); ha provveduto alla consegna di un macchinario trituratore di ingente costo, ha messo a disposizione 20 milioni per la realizzazione dell'impianto di compostaggio anaerobico; ha garantito un ulteriore finanziamento per un 1 milione e 950 mila euro per il ripristino dello Stir”.

In questo sfascio dello STIR, si dovrebbe realizzare un ulteriore impianto di compostaggio!
Non è il solo caso.
Per la provincia di Caserta è divenuto ormai famoso l’impianto di San Tammaro, che dopo essere stato completato in parte e finanziato più volte è stato utilizzato unicamente come sito di stoccaggio per le ecoballe, e non ha mai visto nemmeno un sacchetto di umido da trasformare in compost!3

Un altro scandalo è collegato alla Castaldo High Tech di Giugliano, il più grande impianto di compostaggio in Campania, che avrebbe fornito un compost fuori specifica. Dentro questo compost regalato agli agricoltori c’è di tutto: ferro, plastica, tessile, addirittura un ago per l’insulina4.
Un caso diverso è rappresentato dall’impianto di rifiuti “fantasma”, a Sardone di Giffoni Valle Piana, che

“macina ancora cumuli di soldi pubblici. La Regione Campania salda fatture e paga espropri dei suoli per un sito di compostaggio mai realizzato. Soldi ed attrezzature tecniche che sarebbero serviti per trasformare la frazione organica in fertilizzante sono stati buttati via nel corso degli anni, assieme alla spazzatura. Atti amministrativi, decreti dirigenziali regionali per pagare studi tecnici ed espropri dei suoli a seguito dei ricorsi presentati dai proprietari dell’area sottratta per costruire l’impianto. Nel 2017 attraverso una sentenza del Tar condannò la Regione Campania a pagare gli espropri, (circa 25mila metri quadrati, 1 milione e 350 mila euro), per un impianto che non ha mai visto un grammo di umido trattato”.5

E poi ci si meraviglia del fenomeno NIMBY (da Not In my Back Yard, ovvero “non nel mio giardino”). Meraviglia sarebbe che nessuno si opponesse, di fronte a tale stato di cose. Se ci fosse una politica seria e rassicurante, in grado di dare ai cittadini le giuste risposte, in termini sia ambientali, sia economici, il fenomeno sarebbe certamente ridotto ai minimi termini.  
Una tipologia diversa di cattiva gestione è data dall’inserimento, nel piano da parte dell’ATO di Salerno degli impianti di compostaggio a Laurino e a Polla6, addirittura nel Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, di cui la Regione Campania mostra di non avere alcun sentore, non avendoli inseriti in un proprio piano!

Campania senza impianti: il top per imprese private ed ecomafia

Di fronte al naufragio delle strutture impiantistiche pubbliche avanza ovviamente il privato.
Apprendiamo che

“la Sersys Ambiente, azienda di Rivoli (Torino) specializzata in servizi ambientali, ha avviato le procedure di autorizzazione per la realizzazione di due impianti di produzione di biometano da frazione organica del rifiuto solido urbano nei comuni di Civitavecchia (Roma) e Gricignano d’Aversa (Caserta). La potenzialità complessiva prevista per i due impianti è di 230mila tonnellate/anno, di cui 190mila di rifiuti organici da raccolte differenziate dell’umido (FORSU) e 40mila dalla manutenzione del verde. L’investimento previsto sul territorio è di circa 80 milioni di euro per entrambi gli impianti, che saranno gestiti dalle società Ambyenta Lazio e Ambyenta Campania, controllate da Sersys Ambiente”7.

È più che probabile che i privati riempiranno, nella gestione dei rifiuti, i vuoti lasciati dal pubblico, creando disfunzioni a non finire, ancora meno controllabili, a danno dell’ambiente e della popolazione.
Se poi aggiungiamo, a tutto questo “Con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), si registra un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020) in Campania, che si conferma la regione dell'ecomafia a livello nazionale” 8, la misura è davvero colma!

Note

  1. Rifiuti, De Luca: "Realizzeremo 15 impianti di compostaggio" - napolitoday.it
  2. Vertenza Samte, i sindacati: "commissariare l'Ato" - ottopagine.it
  3. L'impianto di compostaggio non finito diventa un caso parlamentare - casertanews.it
  4. Report - RAI 3
  5. Impianto “fantasma”, ma si paga ancora - lacittadisalerno.it
  6. Con delibera di Consiglio Direttivo n. 6 del 16.04.2020, l’Ente Parco ha approvato lo Studio di fattibilità tecnica ed economica relativo al revamping dell’impianto, prevedendo un’implementazione della capacita produttiva dello stesso (conferimento della FORSU per tutti i Comuni del Parco) e la conversione a nuova tecnologia (da aerobica ad anaerobica) che consenta anche la produzione di biogas. Cfr. pag. 9 ss.  All. 9 del  Piano d’Ambito per la gestione integrata dei rifiuti urbani nell’ATO DI SALERNO.
  7. Sersys punta sul biometano, con due nuovi impianti in Lazio e Campania - impattozeromag.com
  8. Legambiente, rapporto ecomafie: la pandemia non frena i reati ambientali - rainews.it

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi i tuoi commenti con la semplicità e la sincerità di un ebbro