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mercoledì 2 ottobre 2019

Battipaglia e il fattore di pressione ambientale - Fu vera gloria?



Al Consiglio comunale di domani, giovedì 3 ottobre, sul versante ambiente si discuterà del presunto successo ottenuto da parte della gloriosa amministrazione comunale di Battipaglia, in sede sia provinciale che regionale.
Il motivo di cotanta soddisfazione? La delibera provinciale del 30 settembre avente ad oggetto "Impianti trattamento rifiuti – Individuazione aree sature".
La delibera prende le mosse dal cosiddetto "fattore di pressione" proposto dal Comune di Battipaglia a tutela del territorio.
Di cosa si tratta? Il fattore di pressione individua una correlazione tra la quantità in metri cubi di spazzatura trattata a Battipaglia e la superficie del territorio comunale. In teoria si dovrebbe stabilire un limite di rifiuti lavorabile sul territorio oltre il quale non si potrebbe andare. Spiegato così anche mia nonna direbbe che è una cosa sacrosanta, ma calato nella realtà il fattore di pressione presenta dei problemi attualmente insoluti:
  1. tutti i rifiuti sono considerati allo stesso modo ed esclusivamente in termini di metri cubi, dal cartone alle batterie per auto e all'amianto, quando il loro impatto ambientale ed il loro peso per metro cubo è ben diverso;
  2. il limite dei metri cubi di rifiuti da trattare individuato dal comune è troppo alto e quindi sembra una presa in giro;
  3. ancora non sappiamo con certezza nemmeno quanti e quali impianti attualmente stiano trattando rifiuti sul territorio, figuriamoci se possiamo conoscere quanti metri cubi di rifiuti vengano lavorati;
  4. il fattore di pressione di fatto legittima la situazione impiantistica preesistente su cui non influisce;
  5. il fattore di pressione riguarda soltanto il quantitativo di rifiuti da trattare (come già detto molto alto) e quindi non vieta l'insediarsi di nuovi impianti di trattamento rifiuti;
  6. sono esclusi dal calcolo del fattore di pressione i rifiuti accumulati nelle discariche abusive e non, il cui impatto è incommensurabile;
  7. anche in altre realtà, come la Lombardia, il fattore di pressione non ha funzionato per problemi tecnici ed economici (legati al mondo della produzione).

Questi sono alcuni dei motivi per cui il consiglio provinciale di fatto ha bocciato la proposta del comune di Battipaglia di adottare il fattore di pressione come criterio localizzativo degli impianti di trattamento rifiuti. Si tratta in piena regola di un buco nell'acqua, di un fallimento netto.
Allora perché il Comune esulta? Forse perché la Provincia dopo ben cinque mesi dalla richiesta di Battipaglia ha creato un gruppo di lavoro per censire gli impianti che trattano i rifiuti nella provincia, anche con l'autorizzazione della Regione, al fine di individuare aree sature, senza però indicare, almeno al momento, alcun parametro.
C'è poco da stare allegri: sia la Regione sia la Provincia hanno finora concesso autorizzazioni ad occhi chiusi senza neanche contarle, come se ogni autorizzazione fosse stata la prima data in un ambiente fino a quel momento vergine e intatto!

La soluzione
Quello a cui stiamo assistendo tra Comune, Provincia e Regione è solo un teatrino a perdita di tempo. Il problema dei rifiuti va trattato da un'ottica diversa: quella dello sviluppo che si intende dare al territorio e che dovrà essere la linea guida anche del PUC.
È la tesi che sosterrò come componente della Consulta permanente sull'Ambiente.
Attualmente coesistono sul medesimo territorio un polo industriale per la lavorazione dei rifiuti e un polo agroalimentare. È impensabile che si possa continuare a rinforzare il polo per la lavorazione dei rifiuti, pena la desertificazione dell'area per ovvi motivi. L'unica strada percorribile è già contenuta nel vigente Piano Regolatore Generale Regionale che prevede, tra i parametri da far valere per evitare gli impianti, la presenza di un'area a forte vocazione agricola.
E cos'è Battipaglia se non una zona a forte vocazione agricola?
Lo Stato, le Regioni, le Province devono tutelare, ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs. 18-5-2001 n. 228 concernente l'“Orientamento e modernizzazione del settore agricolo”, i territori che presentano produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, tra cui i prodotti a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). Tale tutela (comma 2 art. 21) passa appunto attraverso l’individuazione delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, da inserire nel piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) ai sensi dell'articolo 197, comma 1, lettera d), del Codice dell'ambiente.
Questo parametro è l'unico che consente di utilizzare dati certi e misurabili: conosciamo l'apporto in termini di produzione, aziende, addetti, export dell'agricoltura e dell'industria casearia di Battipaglia nell'ambito della piana del Sele di cui si avvantaggiano la Regione Campania e la Nazione tutta.
Ma il discorso non finisce qui...
Angelo Minelli

2 commenti:

  1. Niente da fare! L'Amministrazione comunale ottusamente, nella seduta fiume di ieri sera, si è tenuta stretta la trovata, inutile se non addirittura nociva, del fattore pressione. Cosa c'è dietro?

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    1. Ciao, parlerò presto di cosa c'è dietro nel mio prossimo post su questo argomento

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