Pagine

venerdì 28 ottobre 2011

Un nuovo mestiere già in crisi grazie al comma 29 del DDL intercettazioni

Sì è già parlato del comma 29 del DDL intercettazioni che prevede la possibilità, da parte di chi vede utilizzato in modo offensivo e diffamatorio il proprio nome all'interno di un articolo, di richiedere una rettifica al sito internet che lo contiene, anche solo con una semplice email. La rettifica deve essere attuata entro 10 giorni indipendentemente da quale sia la verità, pena una multa molto salata. Come si è già detto tale norma serve a completare la manovra di censura sulle losche faccende della politica italiana agli onori della cronaca grazie in prevalenza alle intercettazioni telefoniche. Se questa norma dovesse essere approvata, oltre a mandare in crisi Wikipedia e tutti i siti che si occupano essenzialmente di notizie ed attualità, non ci sarebbe più bisogno dell'essenziale e a dir poco provvidenziale lavoro svolto da società come la Secret Key di Roma o la Extrapola di Rimini, che fino ad oggi, insieme a poche altre società italiane, si sono preoccupate di ripulire la web reputazione di politici e personaggi pubblici in generale. Per chi non lo sapesse, fino a qualche tempo fa, per qualche assurdo motivo, si riteneva che la reputazione fosse essenziale per la carriera di un politico. Alcuni infatti sostenevano e ancora oggi sostengono che l'elettorato possa essere influenzato nel votare Caio piuttosto che Tizio se su internet circolano notizie negative di corruzione e inchieste su Tizio. Questa però, almeno in Italia, è solo una chimera dal momento che circa l'80% della popolazione o si informa esclusivamente attraverso televisione e giornali cartacei o è disinteressata alla politica. Se non fosse così non si spiegherebbe ad esempio come mai il PdL nei sondaggi veritieri e non farlocchi del partito, sia ancora uno dei maggiori partiti italiani. Coloro che vanno a cercare notizie nei blog e nei forum, che paragonati alle grandi testate online e alla loro affluenza di internauti sono solo piccolissimi rivoli, rappresentano una piccola parte della popolazione, il cui voto è già andato perduto da anni per la losca/cosca politica che sovrasta l'attuale scenario politico italiano, composto da personaggi con qualcosa da nascondere sul proprio passato. Purtroppo, però, gli internauti rappresentano solo una parte ininfluente dell'elettorato che oggi confluisce in prevalenza nel movimento a cinque stelle e nella federazione della sinistra, elettorato a cui è sufficiente sapere che il politico Caio ha militato nel PdL o nel PD per nutrire nei suoi confronti una viscerale diffidenza anche se fosse una persona fino a prova contraria onesta.

In cosa consisterebbe questo mestiere di ripulitore della web reputazione o molto più professionalmente di Reputation Management? Molto semplicemente, per cifre che oscillano dai 2 mila ai 40 mila euro l'anno i web ripulitori mettono in rete notizie lusinghiere di ogni tipo, anche completamente false, da piazzare nei primi risultati dei motori di ricerca. È sufficiente che le notizie negative finiscano in seconda o in terza pagina per non essere più consultate praticamente da nessuno. Infatti ben il 97% degli internauti che usano Google, quando fa una ricerca si ferma alla prima pagina dei risultati e spesso ai primi tre risultati della prima pagina. Il web ripulitore apre pagine e gruppi su facebook, crea forum, blog e siti pieni di notizie false ed è inutile tentare di aprire discussioni politiche, perché non riuscirete a cavarne un ragno dal buco! Il ripulitore è pagato fior di quattrini e tutto quello che uscirà dalla sua tastiera saranno solo ed esclusivamente parole lusinghiere e di difesa a spada tratta del politico che gli ha fatto sentire il profumo delle banconote di 500 euro a taglio. A sentire quello che afferma Enrico Ferretti, titolare della Secret Key già citata prima, pare quasi che i ripulitori siano degli anonimi paladini della giustizia che operano per il bene della collettività, la cui opinione rischia perennemente di lasciarsi travisare dal fango che viene spalato sui politici più onesti di questo mondo, che poverini, per far trionfare la giustizia non hanno altra scelta che sganciare 40 mila euro l'anno guadagnati con l'umile sudore della loro fronte pulita, per assoldare questi nobili cavalieri che di sicuro nel loro lavoro non pensano ai soldi, ma solo a far prevalere la verità! Se quindi c'è almeno un aspetto negativo nel comma 29 del DDL intercettazioni, è proprio quello di far si che i politici dalla fronte pulita non avranno più bisogno di sfoderare il portafoglio e pagare i ripulitori per far trionfare la verità e la giustizia sul loro conto. Potranno fare a meno di questi anonimi cavalieri e cancellare o modificare direttamente le notizie negative del tutto gratuitamente e già questo per molti è più che sufficiente.

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi i tuoi commenti con la semplicità e la sincerità di un ebbro