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mercoledì 11 marzo 2009

Appello ai comunisti


Oggi il Dalai Lama in un appello disperato all'occidente per la sopravvivenza del suo popolo ha dichiarato: "Il Tibet è un inferno in terra".

Nonostante le grandi delusioni avute da Mao Tse Tung che essendo comunista avrebbe dovuto rispettare il popolo tibetano e la sua cultura, il Dalai Lama continua a definirsi un marxista, continua a credere nei principi del comunismo che molto si avvicinano alla sua religione perché sa benissimo che non è stato il comunismo a volere che venissero compiute le stragi e gli innumerevoli crimini di Mao nei confronti del suo popolo.
Infatti fra gli svariati principi portati avanti dal comunismo troviamo la solidarietà fra i popoli e la difesa delle classi sociali più deboli sulle cui spalle si regge lo Stato. Tutte le persone che hanno compiuto crimini orrendi sotto l'insegna del comunismo hanno tradito questi principi, rivelandosi di fatto dei veri e propri mostri che, una volta ottenuto il consenso delle masse e quindi il potere servendosi delle idee comuniste, hanno applicato tutt'altri principi.
Voler condannare il comunismo per i crimini di questi mostri è un po' come voler condannare il cristianesimo per i massacri compiuti dai crociati in terra santa. Così come non era Dio a volere quei massacri, non era neanche il comunismo a volere che venissero compiuti quei crimini orrendi.
Un discorso diverso si deve fare per il nazi-fascismo che se, almeno per ora, è vietato dalla nostra Costituzione c'è un motivo...

Questo il Dalai Lama ha più volte dimostrato di saperlo e tutti i comunisti del mondo, se sono veramente comunisti, dovrebbero sostenere i tibetani, i palestinesi e tutti quei popoli che oggi si trovano in uno stato di grande sofferenza per colpa della politica di forza, per colpa del colonialismo e dell'imperialismo che soffoca i popoli lasciando al loro posto un deserto che molti confondono con la civiltà. Tutto questo è oggi una delle conseguenze peggiori del capitalismo.

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