Oggi parlo di un gioco di strategia politica, economica e militare che mi ha veramente catturato: si tratta di Seven Kingdoms II sviluppato dalla Ubisoft.
Il gioco ha aspetti unici che hanno anticipato di molto l'attuale modo di fare i giochi di strategia e non solo, perché dimostra di avere ancora molto da insegnare.
Scelti gli umani e il popolo, incominceremo a giocare con una sola città a disposizione che, a seconda del livello di difficoltà, potrebbe trovarsi vicino ad un qualche giacimento, indispensabile fonte economica per lo Stato multietnico che andrete a creare durante il gioco se non volete fare i razzisti. Sin da subito diventa indispensabile l'opinione che i vostri sudditi ed il mondo hanno di voi, compresi i soldati. Infatti ogni singolo suddito del vostro regno avrà un nome (tipico del suo popolo) che lo rende un soggetto ben definito ed un livello di lealtà nei vostri confronti che straordinariamente non è strettamente vincolato all'opinione pubblica. Il suddito cambia bandiera se la lealtà si abbassa troppo, mentre se è l'opinione pubblica (la media del parere di tutti i sudditi) a prendere una brutta piega, si verificano delle sommosse un po' in tutto il regno. Io, tanto per provare, una volta ho attuato una politica di sterminio nei confronti di un popolo e le prime città del regno a ribellarsi furono proprio quelle abitate da quel determinato popolo che avevo preso di mira. I soldati percepiscono uno stipendio e consumano cibo, mentre gli abitanti che si trovano nelle città producono cibo, pagano le tasse e possono lavorare nelle miniere, nelle fabbriche civili e militari (war factory), nei centri di ricerca e pregare nei templi (Seat of Power) perché ogni popolo ha una propria religione ed un proprio dio che se pregato dà doni e combatte i nemici del regno.
Le città indipendenti non dispongono di un esercito e sono più facili da conquistare mentre sarà difficile convincere gli abitanti di una città annessa ad un altro regno nemico a passare dalla vostra parte, soprattutto se il regno di cui fanno parte gode di un alto indice di gradimento.
Per conquistare una città bisogna costruirgli un accampamento o un forte vicino e inserirvi un generale possibilmente appartenente allo stesso popolo della città che si vuole conquistare e con un'elevata leadership. A questo punto la resistenza della città comincerà ad abbassarsi, ma qualora non fosse sufficiente la semplice presenza del generale nel forte a convincere gli abitanti, dovrete costruire qualcosa vicino alla città che generi posti di lavoro per i suoi abitanti. Se la resistenza è intorno al 40%, allora gli abitanti cominceranno a lavorare facendo abbassare gradualmente il livello di resistenza della città che quando sarà inferiore al 30% provocherà un'annessione spontanea della città al vostro regno. Altrimenti potete sempre decidere di attaccare la città e conquistarla con la forza, ma questo comportamento influenza negativamente l'opinione pubblica oltre a costringervi a sterminare una parte della popolazione con tutto ciò che questo comporta anche dal punto di vista economico e di forza lavoro. Una volta che avrete conquistato la città potrete arruolare i soldati nel forte vicino che ovviamente non nascono dal nulla, ma vengono dalla popolazione civile della città vicina. Se esagerate troppo nell'arruolarolare soldati vi troverete senza forza lavoro e in ogni tipo di deficit.
Il gioco ha altri aspetti che meriterebbero di essere approfonditi, ma capirete che non posso certo scrivere un poema.
molto intiresno, grazie
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