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giovedì 30 ottobre 2008

Un baratro che non ha fine!

corteo di protesta
La legge 133 della pseudo-riforma Gelmini, che, oltre ad un drastico taglio di fondi all'università e alla ricerca e alla trasformazione delle università in fondazioni, negando tra l'altro ai meno abbienti (in crescente aumento in Italia) la possibilità di studiare, è solo la punta dell'iceberg.

Alla base c'è il progetto di dequalificare la scuola e l'università pubbliche per avvantaggiare in tempi non tanto lunghi quelle private. Questa logica è stata smascherata più di cinquant'anni fa già da Piero Calamandrei.

Riporto qui un suo discorso che mai come ora deve essere ricordato:
Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, ma la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico

(in Scuola Democratica, 20 marzo 1950.)

Chissà quante ne avrete sentite su internet in televisione e sul giornale. Molti convengono sul fatto che l'Italia spenda per la scuola più della media europea anche se in questa lettera viene dimostrato il contrario, ma sicuramente la nostra nazione non ha mai investito molto nella ricerca con gravi conseguenze a tutti i livelli. Io so solo che a mio fratello, che è uno bravo, dopo che si è laureato in ingegneria elettronica è stato proposto di fare ricerca all'università di Roma per 800 euro al mese. Ha resistito per 4 mesi, ma voleva farsi una famiglia...

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