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martedì 1 marzo 2022

Lo scandalo italo-tunisino dei 212 container di rifiuti: fermiamo lo scempio!


LETTERA APERTA AI SALERNITANI

Quello che in Tunisia è considerato uno scandalo senza precedenti, in Italia fa a malapena notizia come se fosse qualcosa di poco conto o non ci riguardasse. Stiamo parlando dei 212 container di rifiuti spediti da Polla in Tunisia per essere lavorati, che sono tornati in madre patria perché dentro c’era lo schifo dello schifo a cominciare dai rifiuti ospedalieri.

Lo scandalo italo-tunisino è partito dal porto di Seusse ed ha coinvolto dozzine di alti funzionari tunisini addetti al controllo delle merci, finiti in manette agli inizi del 2021 insieme all’ormai ex ministro dell’ambiente, Mustafa Aroui, tutti colpevoli di aver chiuso entrambi gli occhi per lasciare ai camorristi nostrani mano libera circa il traffico internazionale dei rifiuti.
Attualmente al porto tunisino un presidio di cittadini vigila contro i rifiuti spediti dall’Italia. La gente manifesta con cartelli e striscioni al grido di «Italiani, riprendetevi la vostra merda!».
Ci saremmo aspettati un’analoga risonanza anche in Italia o almeno in Campania, cosa che non è avvenuta. Eppure questo “incidente” è di una gravità enorme. C’è l’evidenza di una gestione delinquenziale e camorristica del ciclo dei rifiuti, di un modo di amministrare rivelatosi appieno nella sua incompetenza, se non peggio, in ogni caso inaccettabile: se ci fosse consapevolezza da parte della gente si rivolterebbe il mondo, cadrebbero poltrone ed amministrazioni.
Non si può più continuare ad agire in questo modo, non si può più continuare a trattare un problema come questo dei rifiuti con trovate che hanno effetti distruttivi irreversibili, ignorando totalmente dove stia di casa l’economia circolare.

Intanto chiediamo che vengano individuate le responsabilità di ognuna delle parti in causa:

  1. la Regione Campania dovrebbe spiegare su quali basi ha autorizzato, per il tramite del suo ufficio competente, questa spedizione transnazionale di rifiuti dalla SRA di Polla alla Soreplast tunisina;
  2. l’azienda SRA di Polla dovrebbe spiegare come questi rifiuti sono arrivati a Polla prima di essere spediti in Tunisia ad un’azienda fantasma di nome Soreplast e perché portavano un codice di rifiuti non corrispondente ai rifiuti presenti nei container.

Vorremmo, in parole semplici, che si capisse che non si può più affrontare in questo modo lo smaltimento dei rifiuti sicuri di farla franca. La gestione del ciclo dei rifiuti è uno dei problemi del nostro secolo e l’attuale classe politica si è rivelata del tutto incapace di affrontarlo e di trovare la giusta soluzione.
Intanto Persano, frazione di Serre, è la “fortunata” location in cui l’imperturbabile intelligence regionale campana ha deciso di stoccare questi container “provvisoriamente”, come vorrebbe darci a bere Fulvio Bonavitacola: la Regione, oltre a non sapere esattamente cosa contengano i container, non ha alcuna idea di come potranno mai essere smaltiti. E se si considera che nessun paese al mondo potrebbe mai accettare un simile carico di rifiuti, è chiaro che la provvisoria destinazione di Persano non potrà che essere definitiva...
Chiediamo che la Regione Campania tratti finalmente la questione rifiuti, che ormai rischiano di sommergerci,  con chiarezza, trasparenza, competenza. Né il territorio può più essere martoriato, né i cittadini campani possono continuare a pagare in termini di salute e di costi spropositati la malagestione perpetrata ormai da decenni. Che sia fatta luce!

6 commenti:

  1. La Soreplast non è un'azienda fantasma...il suo presidente è il figlio (latitante) dell'ex presidente tunisino e gli altri componenti del CdA sono tutti uomini d'affari legati al vecchio regime.

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    1. La Soreplast si occupa di «riciclaggio e recupero dei rifiuti post-industriali, plastica e materiali vari». Si tratta di una società «totalmente esportatrice»: almeno il 50% di quello che produce deve essere inviato all’estero e non può entrare sul mercato locale. Ma, come risulta da varie fonti, la società non dispone dei mezzi materiali e umani, degli spazi e della tecnologia necessaria per riselezionare i rifiuti importati da Sviluppo Risorse Ambientali.
      In questo senso per me è una società fantasma

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  2. Ma come si fa a scrivere queste cose senza nemmeno conoscere i fatti. Che tristezza...
    Non mi pare. Non mi pare che spieghi di che rifiuti si tratta, con quale codice siano stati esportati, quando sono stati esaminati, chi ha accertato che si tratta di rifiuti diversi da quelli presumibilmente esportati etc etc. Nessun fatto, solo commenti.

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  3. Davvero sconcertante! ... Anzi, per nulla ��
    Tutti sapevano altrimenti si sarebbero dovuti e potuti smaltire da noi.
    Da questi episodi si capisce quanto vale per le cosche il business dei rifiuti che vengono pagati dal cittadino 2/3 volte per ritrovarseli comunque sul proprio suolo.
    Ma non è un problema solo Campano ma nazionale anche perché la nostra terra ospita da decenni i rifiuti di altre regioni.

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  4. Buongiorno, questo è un altro effetto della commistione politico-mafiosa che da decenni vampirizza il nostro paese.
    Non vedo purtroppo soluzioni

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