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sabato 17 aprile 2021

Fase due del preliminare di Piano d’Ambito: il disastro continua

Proseguendo l’analisi del Piano d’Ambito dell’EDA Salerno, iniziata con il post precedente, spostiamo oggi l’attenzione su una fase ancora più complessa e di fondamentale importanza per i successivi sviluppi del Piano, almeno per come viene presentata dalle Linee Guida regionali, già citate nella prima parte di questo lavoro.

Fase 2. Ricognizione dello stato di fatto del servizio

Secondo la Regione «Lo sviluppo del Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti non può prescindere da un’accurata e puntuale caratterizzazione dei servizi attualmente presenti sul territorio, in riferimento alle diverse fasi, trattamento e smaltimento dei rifiuti di raccolta, trasporto, recupero» (cfr. pag.13 Linee guida per l’elaborazione dei Piani d’Ambito pubblicate dalla Regione Campania).

Si tratta di un lavoro di ricognizione della situazione in essere sicuramente impegnativo, ma anche  indispensabile per poter individuare le eventuali criticità e progettare gli interventi futuri, comprendente:

  1. l’analisi dei flussi dei rifiuti urbani prodotti nei diversi contesti territoriali rispetto alla composizione merceologica, distinguendo i rifiuti di provenienza domestica da quelli di provenienza non domestica;
  2. il calcolo della percentuale di intercettazione delle varie frazioni merceologiche del rifiuto urbano e di quella del loro avvio al riciclo;
  3. una dettagliata mappatura dei gestori operanti sul corrispondente territorio;
  4. le modalità organizzative dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti;
  5. la valutazione delle risorse a disposizione;
  6. la ricostruzione dell’intera filiera di gestione delle principali frazioni merceologiche, in particolare per la frazione organica e per il rifiuto urbano indifferenziato, individuando tutti gli impianti intermedi e di destinazione finale ed i relativi dati di gestione;
  7. l’analisi dei costi di gestione dei servizi e delle relative tariffe per poter sviluppare stime e previsioni e quindi valutare puntualmente l'impatto complessivo sulla tariffa degli interventi di modifica del servizio.

Riguardo ai primi due punti, la caratterizzazione della produzione dei rifiuti nel Piano dell’EDA Salerno non è stata condotta a livello comunale ma a livello di singolo SAD; inoltre il periodo di osservazione è stato ridotto da 5 a tre anni e, cosa ancora più grave, non c’è la minima distinzione tra rifiuti domestici e quelli non domestici. In parole semplici, tutta la discussione sull’inquadramento demografico ed economico dell’ATO Salerno, necessario per procedere all’individuazione delle sorgenti dei rifiuti, è stata solo pro forma!
Ma questo è il male minore.
L’analisi dei flussi non ci permette certo di “ricostruire l’intera filiera di gestione delle principali frazioni merceologiche” nemmeno per la frazione organica e per il rifiuto urbano indifferenziato, perché non sono stati indicati gli impianti intermedi e di destinazione finale ed i relativi dati di gestione.
Una fitta nebbia cala poi sugli impianti di smaltimento finale fuori ATO e fuori regione. Da altre fonti (cfr. pag 156 e ss. Rapporto Rifiuti Urbani ISPRA 2020) sappiamo che circa 372.000 t. da trattamento di rifiuti campani vanno fuori regione. Di queste circa 70.000 sono destinate a discarica e 184.000 t. (il 35,7 % del totale esportato) vanno all’estero. Si tratta principalmente di “Rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti” (oltre 142 mila tonnellate con codice 191212), di cui circa 106 mila tonnellate avviate a ulteriori trattamenti e circa 37 mila utilizzate per produrre energia.
Purtroppo questi sono dati generali da cui non è possibile estrapolare quelli relativi all’ATO Salerno. Tanto per farci un’idea, però, riporto un dato recente: con Decreto Dirigenziale n. 269 del 13/11/2019 la Campania ha autorizzato  alla ditta Adlogistica srl, di Battipaglia la spedizione transfrontaliera in Austria di 7.000t/14.000t di rifiuti (codice cer 19 05 01) provenienti dal TMB di Battipaglia con validità dal 17/10/2019 al 30/09/2020.

Inoltre, un’altra indicazione ci viene dai dati riportati dalla Relazione preliminare al Piano d’Ambito pubblicata a luglio 2020 (pag. 76):

EX STIR Battipaglia: frazione residua 123.142 t.; scarti 43.146 t. - TOT. 166.288.

Nei dettagli il totale è composto da:

  • MATERIALE A RECUPERO: 4.989 t.
  • DISCARICA: 24.943 t.
  • INCENERITORE ACERRA: 111.413 t.
  • PERDITA DI PROCESSO: 24.943 t.

Non sbagliamo quindi se affermiamo che nel territorio dell’ATO Salerno, stando così le cose, in ossequio ai principi di autosufficienza e prossimità, per non dover più esportare altrove i nostri rifiuti occorre una discarica capace di ricevere ben 24.943 t. di rifiuti all’anno!
Per tutto il resto non ci è concesso entrare nelle secrete cose, come, ad esempio, accedere, per l’impianto TMB di Battipaglia, a quelle informazioni “circa i dati economico- finanziari relativi al conferimento dei rifiuti dei singoli impianti” con costi e ricavi ecc. che farebbero sicuramente luce sull’attuale gestione dei rifiuti nel nostro territorio.
Lo stesso ovviamente vale per gli impianti di compostaggio di Salerno ed Eboli, sui quali ci sono forniti solo dati da repertorio.

I successivi punti del Piano sono stati trattati con approssimazione ancora maggiore

In primo luogo il Piano si limita ad elencare gli attuali gestori del servizio di igiene urbana, con i costi complessivi e pro capite per ciascun comune, senza indicare le voci che incidono maggiormente sul costo del servizio (è determinante stabilire se e in quali casi ha più peso la gestione dei rifiuti indifferenziati o quella della raccolta differenziata o la gestione dei servizi di igiene urbana) senza una minima indicazione sui motivi di costi, e quindi tariffe, molto diversi tra di loro anche se relativi al medesimo gestore o a comuni con caratteristiche similari.

Non si cerca di individuare le eventuali “buone pratiche” da tener presenti per efficacia, efficienza ed economicità, né tanto meno le eventuali disfunzioni che danno luogo ai costi più alti, per le successive scelte del Piano. In parole semplici, la storica mancata razionalizzazione della gestione che ha dato luogo alla frammentazione dei servizi di igiene urbana (individuate rispettivamente come prima e terza criticità alla pag. 110 del Preliminare di Piano) non trova in questa parte punti su cui far leva per le concrete soluzioni.
Inutilmente pertanto Le Linee Guida regionali, alla pag. 18, raccomandano: «La puntuale conoscenza dei costi della gestione dei rifiuti nelle sue diverse fasi consente infatti al pianificatore di sviluppare stime e previsioni e quindi di valutare puntualmente l'impatto complessivo sulla tariffa degli interventi di modifica del servizio».

Siamo pertanto ben lontani da quella «accurata e puntuale caratterizzazione dei servizi attualmente presenti sul territorio, in riferimento alle diverse fasi, trattamento e smaltimento dei rifiuti di raccolta, trasporto, recupero», raccomandata dalle Linee Guida regionali.

1 commento:

  1. Il Preliminare del Piano rifiuti dell'EDA, come molte cose italiane, è stato redatto per obbligo di legge, non certo per far capire ai cittadini italiani, considerati imbecilli a cui darla a bere, come si arriva a pagare le tariffe della spazzatura tra le più alte d'Italia. Però la goccia scava anche la roccia, perciò tu continua a dare fastidio! Bravo, Angelo.

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