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giovedì 19 dicembre 2019

Battipaglia - La valutazione della qualità dell'aria come criterio contro i miasmi

Ho già avuto modo di parlare del fattore di pressione - quale elemento inutile per tutelare il territorio nei confronti dei vecchi e nuovi impianti per i rifiuti - e di provincia e regione che hanno bocciato il fattore di pressione proponendo il criterio della saturazione, criterio che al momento è in alto mare almeno quanto il fattore di pressione. La "Relazione tecnica censimento impianti di recupero rifiuti sul territorio della provincia di Salerno" del 22/11/2019, redatta dal Settore Ambiente della provincia di Salerno, è, infatti, un classico esempio della montagna che partorisce un topolino. Ma di questo parleremo un'altra volta...
L'alternativa più valida e diretta che abbiamo sostenuto è quella della vocazione agricola, in quanto come criterio già esiste, è riconosciuto dalle leggi a protezione del territorio ed è relativamente più facile da applicare.
Figura n. 1
Nonostante questo il Comune stenta a farlo proprio, senza fornire motivazioni valide per la sua reticenza. La motivazione accennata nella Consulta Permanente sull'Ambiente di cui faccio parte è che tutti i comuni della regione Campania potrebbero avvalersi della vocazione agricola, essendo l'intero territorio regionale definito di pregio agricolo come si evince dalla figura n. 1.
Il paradosso logico è che se il criterio esiste per tutti non esiste per nessuno. In realtà la situazione è ben diversa perché il pregio agricolo in molti comuni della regione è solo potenziale, mentre è un dato certo e misurabile quantitativamente e qualitativamente nella Piana del Sele che raggiunge, in ambito nazionale e internazionale, livelli altissimi di produzione agricola per la quarta gamma e per i prodotti con certificazione IGP e DOP.

Un altro criterio valido oltre a quello della vocazione agricola

Il problema del sovraccarico dei rifiuti nella nostra zona va visto anche da un'altra ottica, quello della qualità dell'aria e del suo risanamento ai sensi del Piano regionale per la tutela della qualità dell'aria che è attualmente in fase di aggiornamento (infatti la fase di scoping termina oggi 19/12/2019).
Si ricorda che la regione Campania ha già approvato un altro Piano Regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell'aria, con delibera di Giunta Regionale numero 167 del 14/02/2006 e successivi aggiornamenti.
Figura n. 2
In tale piano il territorio di Battipaglia viene inserito nella zona di risanamento costiera-collinare salernitana per la presenza e il superamento della soglia consentita di inquinanti quali NO2, SO, CO, COV, PM10 (figura n. 2).
La logica di base di questo piano è la seguente: riconosciuto l'alto grado di inquinamento atmosferico di una zona è evidente che bisogna agire sulle sorgenti inquinanti tra cui gli impianti industriali di trattamento rifiuti e non. Le misure da adottare avrebbero dovuto permettere, pur nell’incertezza della valutazione, di conseguire, entro il 2010, nelle zone definite di risanamento, il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria, stabiliti dalle più recenti normative europee con riferimento ai seguenti inquinanti: ossidi di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 μm, benzene.
Tra le misure da applicare è compreso anche il divieto di incremento delle emissioni dei singoli inquinanti per gli impianti di combustione per uso industriale, di cui all’art.2 del D.P.C.M. 8/2/02, per le zone “di risanamento”, nell’ambito delle procedure di autorizzazione alle emissioni in atmosfera (SOx, NOx, CO2, PM10).
Inoltre, in questo piano viene stabilito che non è possibile autorizzare un nuovo impianto di recupero e smaltimento rifiuti in una zona in cui sono previsti interventi di miglioramento della qualità dell’aria, come appunto a Battipaglia, senza una valutazione delle emissioni che hanno determinato la necessità dell'intervento di miglioramento. In buona sostanza, prima di qualsiasi autorizzazione a Battipaglia, si sarebbe dovuto procedere a una valutazione della qualità dell'aria, cosa resa impossibile anche dall'esonero regionale di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Ovviamente tutto questo è rimasto sulla carta, però non è stato abrogato!
La regione Campania rispetta solo formalmente le direttive europee stilando piani e progetti che non pare vedranno mai la realizzazione!
La regione Campania resta inadempiente anche in questo caso, come per il famoso protocollo d'intesa del 2002, nei confronti del comune di Battipaglia, cosa che ha ulteriormente aggravato il quadro dell'inquinamento generale dell'ambiente.
Anche la qualità dell'aria è un parametro già esistente come la vocazione agricola per fermare gli impianti.

C'è di più...

Tornando al piano attuale in elaborazione, si prescrivono in maniera esplicita, tra le misure non tecniche:
  1. controllo emissioni: potenziare le attività di controllo delle emissioni presso installazioni e stabilimenti (in particolare, installazioni soggette ad autorizzazione integrata ambientale e stabilimenti in cui sono presenti generatori energia, ecc.) in aree interessate da superamenti dei valori limite di qualità dell’aria del materiale particolato PM;
  2. monitoraggio polveri: effettuazioni di una campagna straordinaria di monitoraggio in aree interessate da superamenti dei valori limite di qualità dell’aria del materiale particolato PM10, anche ai fini di una valutazione più approfondita dell’esposizione della popolazione;
  3. monitoraggio roghi rifiuti: assicurare il monitoraggio in tempo reale di episodi di roghi di rifiuti mediante strumenti innovativi, quali droni e migliorare la conoscenza sulle fonti delle polveri sottili per aggiornare le priorità d'intervento in attuazione del “Piano delle azioni per il contrasto al fenomeno dell’abbandono di rifiuti e dei roghi dolosi in Campania 2017-2018”, tramite il potenziamento della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria con misure orarie di PM10 e PM2,5, estensione della speciazione del particolato, studi di source apportionment.
Quando le associazioni ambientaliste di Battipaglia chiedono il controllo sugli impianti rifiuti e sulle loro emissioni non fanno nulla di rivoluzionario, ma esigono solo il rispetto di quanto la Regione va proclamando da anni.
Si è consapevoli che le fonti di inquinamento dell'atmosfera sono diverse, dal traffico ai pesticidi in agricoltura, ma di sicuro hanno un forte impatto sia le industrie chimiche petrolifere e plastiche, sia gli impianti di rifiuti che sappiamo essere più numerosi dei 24 riportati nella Relazione citata a inizio post.
Se il problema dei miasmi non verrà affrontato prima possibile con soluzioni concrete come quelle che sto cercando di proporre in questo post, rischiamo di trovarci presto al punto di non ritorno.


Angelo Minelli

P.s.
Chi è interessato può controllare quotidianamente sul sito dell'ARPAC la qualità dell'aria di Battipaglia grazie ad una stazione fissa attiva presso Parco Fiume.

2 commenti:

  1. Queste informazioni vanno diffuse perchè i nostri politici non devono sentirsi protetti dal fatto che la popolazione non conosce realmente dati e normative su un problema così grave quale l'inquinamento. Gazie per il tuo lavoro e continua anche se ti può sembrare di lavorare a vuoto!

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    1. Grazie per il sostegno. Continuerò questo lavoro informativo riguardante il territorio finché ne avrò il tempo e le energie indipendentemente dal fatto che qualcuno legga oppure no perché mi sembra giusto e doveroso.

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