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sabato 7 dicembre 2019

Aspettando Godot (ovverosia l’ATO)

Post piuttosto complesso, solo per chi resiste alla lettura e vuole conoscere veramente cosa sta succedendo…

Premessa

L’attivazione dell’ATO è una delle aspettative più diffuse tra gli addetti ai lavori per la soluzione del problema dei rifiuti. Se ne parla da anni, precisamente in Campania dal 2014 quando con la legge L.R. n. 5/2014 vengono delimitati i famosi sette Ambiti territoriali Ottimali per la gestione dei rifiuti (ATO). Ad oggi c’è ben poco in vista.
Semplifichiamo la storia per essere più chiari possibile…
Non è economico ed efficiente che ogni comune abbia una propria gestione dei rifiuti. Per ovviare a questo problema in passato molti comuni si affidavano ad uno dei consorzi previsti dalla legge regionale ed operanti in Campania ancora prima dell’emergenza rifiuti. Battipaglia al contrario ha sempre preferito servirsi di una società in house e come si sa questa società è ancora oggi fortemente in perdita.
Arriva ufficialmente l’emergenza rifiuti nel 1994!
Il commissario straordinario di turno apre discariche e impianti ovunque gli faccia comodo, con il benestare di regione e governo, in deroga a tutte le leggi vigenti. Si esce ufficialmente dall’emergenza, come è noto, nel 2009 con l’apertura del termovalorizzatore di Acerra, ma in realtà l’emergenza non è mai finita perché oltre all’ingerenza del crimine organizzato è sempre mancata una politica di razionalizzazione degli impianti necessari alla gestione dei rifiuti.
Questo è l’inizio della storia. Il processo di razionalizzazione stenta ad affermarsi…
Ai consorzi ancora oggi in liquidazione è subentrata la gestione in capo alla provincia. La provincia di Salerno infatti ha creato una società a partecipazione unica fondata nel 2009 denominata EcoAmbiente, per il servizio di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti a livello provinciale. Anche questa soluzione si è rivelata provvisoria perché con la delimitazione dei sette Ambiti Territoriali Ottimali per la gestione dei rifiuti (ATO), richiamati all'inizio del post, questi dovrebbero subentrare ad EcoAmbiente anch'essa oggi in liquidazione.
La differenza fra EcoAmbiente ed ATO sta nel fatto che la prima è un’azienda e la seconda è un ente costituito dai comuni della provincia che sono obbligati a parteciparvi.
Quindi attualmente i consorzi sono in liquidazione, EcoAmbiente è in liquidazione dal 21/03/2018, ma l’ATO non è ancora operativo.

I paradossi

Dopo ben cinque anni dalla loro istituzione gli ATO in Campania continuano ad esistere solo sulla carta.
Per quali motivi?
  • I comuni si sono rivelati molto restii ad aderire all’ATO tanto che la regione ha dovuto nominare dei commissari ad acta per molti di essi per il perfezionamento delle convenzioni obbligatorie.
  • In tutti i passaggi domina una lentezza esasperante: il 6 febbraio 2017 si svolgono le elezioni dei consigli d’ambito; il presidente viene eletto solo l’8 marzo del 2017; il direttore generale viene nominato solo il 20/07/2018 e i revisori dei conti solo il 26/02/2019.
  • Mettere in liquidazione una struttura significa trasformarne in denaro i beni mobili e immobili ma per EcoAmbiente si è trovata una formula di liquidazione singolare: la società continua ad essere in piena attività conservando tutte le funzioni che però fanno capo al solo liquidatore. Non si liquida un bel niente e nemmeno c’è grande urgenza di attivare l’ATO.
  • Però cominciano le prime spese per il carrozzone! L’ATO pur non essendo operativo ha bisogno dei contributi dei comuni aderenti, infatti con determinazione del direttore generale numero 01/08/2019 viene approvata la ripartizione delle spese tra i comuni componente l’ente.
    Si riportano alcuni esempi:
    Battipaglia € 47.255,95
    Eboli € 37.113,60
    Capaccio – Paestum € 21.125,97
    Bellizzi € 12.617,96
    Potecagano Faiano € 24.313,12
  • I paradossi continuano con la costituzione dei subATO o SAD (subambito distrettuale).
    La legge istitutiva degli ATO stabilisce che al fine di consentire una maggiore efficienza gestionale e una migliore qualità del servizio all’utenza ciascun ATO può essere articolato in aree omogenee denominate subambiti distrettuali. Si è verificato così un fiorire di proposte in particolare da parte dei comuni limitrofi a Battipaglia.
    Il primo a muoversi con la richiesta del SAD Piana del Sele è stato il comune di Battipaglia il 09/02/2018 con l’adesione di Altavilla Silentina, Bellizzi, Campagna, Capaccio Paestum, Eboli, Olevano Sul Tusciano, Serre e Pontecagnano Faiano.
    Dopo appena un anno le cose sono cambiate: il 25/06/2019 il comune di Pontecagnano Faiano si è aggregato ai Comuni Picentini (Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Olevano, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte) per la richiesta del subATO dei Comuni Picentini;
    il 5/08/2019 il comune di Eboli firma un protocollo di intesa con quattordici comuni della Piana del Sele e del Cilento (Agropoli, Albanella, Altavilla Silentina, Capaccio-Paestum, Cicerale, Giungano, Laureana Cilento, Lustra, Ogliastro Cilento, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino, Torchiara) per la proposta di un subambito distrettuale SAD “Piana del Sele – Porta del Cilento”.
Battipaglia rimane isolata insieme a Bellizzi nonostante l’accordo iniziale con i comuni della Piana del Sele!

Conclusioni

Se non è un interesse autentico per la Regione e per la Provincia (che magari preferiscono continuare ad accentrare nelle loro mani tutti i poteri) che l’ATO assuma pienamente e in tempi rapidi le proprie funzioni, i Comuni, invece, dovrebbero essere più consapevoli dell’importanza di questo strumento che restituisce loro piena potestà per il governo del territorio anche nel settore rifiuti, quindi farebbero bene a sollecitarne concretamente l’operatività.
Per quanto riguarda la creazione dei subATO o SAD nella Piana del Sele, c’è più che un sospetto che i comuni viciniori a Battipaglia preferiscano evitare l'aggregazione con il nostro comune perché ben conoscono la concentrazione assurda di impianti per il trattamento dei rifiuti su questo territorio e sanno che per riequilibrare la situazione qualche piccolo incomodo dovrebbero sorbirselo. Ma tant’è: ognuno si guarda il proprio orticello!
Per il superamento degli egoismi campanilistici è assolutamente necessario regolamentare la formazione dei SAD che, pur rispettando la volontà dei singoli comuni, in nome del bene comune, sia funzionale a un reale efficientamento del servizio, non sia di danno a nessuno dei comuni, non reiteri la frantumazione antieconomica del servizio come in passato e applichi per le zone omogenee i principi di prossimità e autosufficienza ribaditi dalla normativa europea e nazionale. L'ATO non può limitarsi a prendere atto della formazione spontanea dei subATO, ma deve dare delle regole per la loro creazione e ammissibilità.
Forse vale la pena ricordare che aria e acqua non conoscono giurisdizione e hanno vie proprie per diffondersi e arrivare ovunque. I singoli comuni sbagliano a chiudersi nei loro ristretti confini amministrativi, perché se un impianto brucia a Battipaglia, l’aria piena di diossina viaggia ovunque.
È necessario pertanto che la politica positiva prenda al più presto provvedimenti, lavori insieme per trovare dei percorsi condivisi e risolutivi e interrompa il circolo vizioso del teatro dell’assurdo in cui la politica negativa ci ha fatto precipitare.
Angelo Minelli

1 commento:

  1. Eccezionale! Hai reso accessibile una problematica conosciuta nella sua interezza solo da pochi. Grazie!

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